Ciao a tutti,
Oggi parliamo di un argomento importantissimo: la differenza tra plastica HDPE (polietilene ad alta densità, diversa dal PET) vergine e riciclata. Quali sono le loro caratteristiche, vantaggi e limiti? Scopriamolo insieme!
Come prima cosa, parliamo della differenza tra plastica riciclata post-industriale e post-consumo. La plastica post-consumo è quella che arriva proprio dalla raccolta differenziata della plastica, ma il processo per arrivare ad essere quella che è necessita di una serie di lavorazioni che risultano anche essere costose e lunghe. A livello di energia, forse risulta simile alla produzione di plastica nuova, ma ovviamente si usano materiali già esistenti anziché crearne di nuovi. Abbiamo anche realizzato un video dedicato per spiegare tutto questo processo.
La plastica post-industriale, invece, deriva dagli scarti aziendali che, per motivi interni come normative stringenti o ambienti controllati (ad esempio le camere bianche), non possono essere macinati direttamente dalle aziende stesse. Tuttavia, questi scarti non vengono sprecati, ma venduti ad aziende specializzate che li macinano, puliscono e li trasformano nuovamente in granuli o meglio li “riMUTAno”.
Questo tipo di plastica conserva un colore bianco latte simile al vergine, con un neutro leggermente più scuro ma comunque irrilevante visivamente. Questo perchè non vengono mischiati con altri colori, a differenza della post consumo. Se siete curiosi di vedere come si crea una bottiglia di plastica abbiamo creato un video specifico.
Parte 1: Resistenza e flessibilità A livello di resistenza e flessibilità, la plastica vergine e quella riciclata si equivalgono. Tuttavia, c’è un aspetto che penalizza la plastica riciclata: la sua non idoneità al contatto diretto con prodotti alimentari. In questo settore, la plastica vergine HDPE è ancora indispensabile.
Parte 2: L’odore della plastica riciclata Un problema comune della plastica riciclata post-consumo è il suo odore, spesso descritto come “medicinale”. Questo è dovuto ai numerosi lavaggi e processi di sanificazione a cui viene sottoposta durante la trasformazione.
Parte 3: La questione della colorazione Uno degli ostacoli principali è la colorazione. La plastica riciclata post-consumo, anche se suddivisa per tonalità, risulta sempre più scura rispetto alla plastica vergine. Se guardate il video risulta chiaro il perché. Ad esempio:
Il bianco riciclato diventa un grigio perlato. a parer mio è davvero molto bello, soprattutto perchè almeno si nota la differenza con la plastica vergine.
Il neutro trasparente è davvero difficile da ottenere e di conseguenza risulta molto più caro.
D’altro canto, la plastica riciclata post-industriale offre un colore più simile a quello della vergine, sia il bianco che il semitrasparente, risultando più accettabile per molti clienti.
Parte 4: Il costo e l’etica La plastica riciclata post-industriale è più costosa a causa della sua disponibilità limitata, ma anche la post-consumo risulta essere abbastanza cara per via delle numerose lavorazioni. Noi di MUTA abbiamo deciso di mantenere gli stessi prezzi della plastica vergine per invogliare di più i nostri clienti a comprarla. Tuttavia, scegliere la plastica riciclata post-consumo significa contribuire in modo diretto alla pulizia dell’ambiente.
Parte 5: Il futuro della plastica riciclata Con l’introduzione, futura della Plastic Tax (non si ha ancora una data precisa) e una maggiore consapevolezza ambientale, si spera che sempre più aziende adottino la plastica riciclata. Le giovani realtà imprenditoriali hanno già iniziato ad utilizzare materiali sostenibili.
Parte 6: Il nostro impegno Noi di MUTA MATERIE PLASTICHE siamo orgogliosi di lavorare con plastica riciclata al 100%, offrendo soluzioni personalizzate per modello, colore, peso e serigrafia. Con il nostro approccio artigianale e innovativo, continuiamo a dimostrare che la sostenibilità può andare di pari passo con la qualità e la creatività.
Se volete abbiamo realizzato anche un video dedicato!
CI vediamo alla prossima!